giovedì 13 marzo 2014

Svezzamento. Le sue prime pappe

Per vivere serenamente lo svezzamento, le parole d’ordine devono essere pazienza e gradualità.

 Per molti fila liscio, ma per qualcuno significa fine dell’idillio con il figlio e inizio di rifiuti, bocche chiuse e cibo sputato. Con nervosismo, ansie e insicurezze per entrambi. Durante lo svezzamento è fondamentale agire in modo da aiutare il piccolo a sviluppare un buon rapporto con il cibo e impostare uno stile alimentare corretto. In poche parole, a mangiare con piacere e quando ha fame. Come farlo? Lo abbiamo chiesto a Cristina Bertanza, pediatra a Milano.

Come e quando iniziare con il cibo solido?
Non prima del quarto mese e non oltre il settimo: si può iniziare con qualche cucchiaio di frutta frullata o di crema di riso, per poi arrivare a un pasto vero e proprio intorno al sesto mese. Per vivere serenamente il passaggio dal latte all’alimentazione solida, le parole d’ordine devono essere pazienza e gradualità. Gli alimenti e i sapori nuovi vanno proposti al piccolo senza fretta, rispettando i suoi tempi e i suoi gusti. La pappa è un’esperienza nuova: per i sapori e la consistenza del cibo, ma anche per il cucchiaino e per il seggiolone. È importante cominciare in una situazione di buona salute e relax per mamma e figlio e dedicare il giusto tempo alla pappa. Per rendere il momento più piacevole è meglio far mangiare il piccolo prima degli adulti; e per evitare che arrivi al pasto troppo affamato, è bene anticipare di una mezz’ora rispetto alla poppata. Se ha molta fame e qualcosa va storto, potrebbe innervosirsi e rifiutare il cibo. In generale, è bene cominciare con qualche assaggio: se dimostra di gradire si continua, ma se il rifiuto è deciso è meglio lasciar perdere. Il giorno successivo si riprova con piccoli assaggi.


Cibi preparati in casa o già pronti?
Le preparazioni industriali assicurano un alto standard igienico-sanitario e, grazie ai controlli molto rigorosi della filiera, gli ingredienti sono di ottima qualità. Ma se la mamma ha tempo, può preparare in casa i pasti. Nei primi mesi di svezzamento si può cucinare la carne bianca (pollo, coniglio e tacchino), dopo il 9° mese s’inserisce nel menu anche la carne di maiale e il tuorlo d’uovo. È importante fare tutto con gradualità, non avere fretta e lasciare al piccolo il tempo di abituarsi ai sapori nuovi.


Le raccomandazione dell’OMS
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha diffuso recentemente le linee guida sull’alimentazione complementare dei bambini allattati al seno. Ecco i punti salienti. Durante lo svezzamento, continuate ad allattare al seno (se è possibile, anche fino a due anni, dicono gli esperti); incoraggiare i bambini, senza forzarli; aumentare gradualmente la consistenza e la gradualità degli alimenti; cercare di variare il più possibile gli alimenti; praticare una buona igiene, servendo i cibi immediatamente dopo la preparazione. Quando il bambino è malato, aumentare l’apporto di liquidi, anche attraverso un allattamento più frequente; durante la convalescenza, offrire cibo più frequentemente.


Non esagerare con la carne
Nei i primi due anni di vita del bambino, è bene non esagerare con le proteine animali: secondo molti studi scientifici, infatti, troppa carne favorisce l’obesità. Con un abbondante cucchiaio di grana nella pappa, ricco di proteine (35 per 100 g, contro i 20 della carne) non c’è bisogno di fargli mangiare il secondo. Quando si comincia a introdurre la carne, abbiate l’accortezza di alternarla ad altre fonti proteiche, come formaggi (ricotta, crescenza, caprino), pesce, uova. Non dimenticate i legumi: lenticchie, ceci e fagioli contengono proteine vegetali e sono poveri di grassi. Vanno abbinati sempre alla pastina (per farne un piatto completo) senza esagerare con le quantità.

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